giovedì 10 dicembre 2015

CONCERTO DI NATALE 2015

COMUNITA’ PASTORALE SPIRITO SANTO


“Apparuit gratia Salvatoris nostri”

E’ apparsa la bontà di Dio, salvatore nostro


CONCERTO DI NATALE
della
SCHOLA CANTORUM
di Carate Brianza
con
Coro, Flauto, Ottoni, Organo

MARTEDI’ 22 DICEMBRE 2015 Chiesa prepositurale di Carate – ore 21

sabato 31 ottobre 2015

CONCERTO PER SANTA CECILIA

La Comunità pastorale "Spirito Santo"
di Carate, Albiate, Agliate, Costa Lambro

INVITA AL
CONCERTO VOCALE-STRUMENTALE
in onore di S. Cecilia, patrona della musica



La polifonia di Palestrina
(Missa Brevis e mottetti)
La musica strumentale di Bach
(Concerto n° 6 in Fa maggiore per clavicembalo e orchestra)

Schola Cantorum di Carate Brianza
Quartetto d'archi "La stravaganza"
Flauti, Cembalo

Chiesa prepositurale di Carate Brianza
Sabato 28 novembre - ore 21.15

martedì 11 agosto 2015

Celebrato il 30° della morte di Don Pietro Allori

Iglesias 4 - 5 agosto 2015

La cattedrale di Iglesias dedicata a Santa Chiara

Le locandine in Cattedrale




















"Il tuo servo, don Pietro Allori, ha faticato nella tua vigna, nella sua cattedrale, componendo per essa meravigliose armonie per lodarti.
Donagli per questo il premio che gli spetta nell'ultima sera"
(introduzione al canto finale della Veglia musicale: "Horis peractis undecim" Inno su musica di Don Allori)

4 AGOSTO - Le prove dei canti
Al mattino le voci maschili

Al pomeriggio tutte le voci




4 AGOSTO: ore 20 LA VEGLIA MUSICALE








giovedì 9 luglio 2015

30^ della morte di Don Pietro Allori

Iglesias 4 e 5 agosto 2015





Intervento di Primo Viganò, direttore della Schola Cantorum di Carate
LA MUSICA DI DON ALLORI IN UNA PARROCCHIA DELLA DIOCESI DI MILANO

L’incontro con la musica di Don Allori è stato per me e per i miei cantori un “amore a prima vista” o un  “colpo di fulmine”.
Erano i primi anni ’80 e la Schola Cantorum di Carate Brianza incominciava a prendere coscienza delle sue possibilità canore e si stava impegnando a rendere più dignitose e solenni le celebrazioni liturgiche valorizzando il patrimonio della polifonia classica che i cantori stavano pian piano assimilando.
In occasione del primo Convegno di S. Cecilia nel 1982 presso l’Università Cattolica di Milano  imparammo e poi eseguimmo con gli altri cori presenti “Exaudi Domine” di Don Allori, a 3 voci dispari composto nel 1981. Sarà stata la soddisfazione di cantare quel mottetto nella basilica di S. Ambrogio con più di 100 cantori, sarà stata l’emozione suscitata in noi e in chi ci ascoltava da quelle lunghe frasi, dall’andamento lento, un po’ triste, ma intensissimo, che spinse me a conoscere di più quel compositore fino ad allora ignoto.
Da quel convegno in poi, ogni anno imparammo e aggiungemmo al nostro repertorio sempre nuovi canti di Don Allori, che poi eseguivamo durante le liturgie solenni in parrocchia o nei momenti di elevazione musicale in occasione dei tempi liturgici di Avvento e Quaresima.
In particolare nelle Stazioni serali dei Venerdì di quaresima per diversi anni non mancò mai, dopo la predica quaresimale, un canto di meditazione di Don Pietro (Respice in me, Agnus Dei, O bone Jesu, Kyrie “Te rogamus”, ….) e sempre Adoramus te Christe e Stabat Mater.
In mezzo al grigiore e alla povertà delle proposte di musica liturgica degli anni ’80 e ’90 le composizioni di Don Allori erano “perle” musicali.
I mie cantori, che in quei periodi, di fronte alle mie proposte, a volte, con tutta sincerità, mi dicevano: “Ancora Allori?”, quando accennavo loro altri canti, che non fossero Palestrina o De Victoria, si ricredevano subito e volentieri imparavano i canti di Don Pietro.
Anche il parroco di allora, Don Sandro Bianchi, che si intendeva di musica e di liturgia, ascoltando i canti della Schola, al termine della celebrazione liturgica spesso mi chiedeva: “Quel canto che avete eseguito è forse di Don Allori?”. Riconosceva subito non solo lo stile, ma anche lo  spessore e la profondità musicale dei mottetti.
Egli fu tanto colpito da quella musica, che scrisse una lettera ad Angelo Rosso (non sapendo come comunicare direttamente con Don Allori) per ringraziarlo della sua musica per la liturgia.
E Don Pietro contraccambiò quelle espressioni di stima dedicando a Don Sandro Bianchi il mottetto “Ubi caritas” che il coro di Carate ha eseguito per anni durante il rito della lavanda dei piedi, il Giovedì santo.
La notizia della morte di Don Pietro ci raggiunse la sera della domenica 31 marzo 1985 proprio mentre ci apprestavamo a cantare “Parce Domine”, “Stabat Mater”, “Adoramus te Christe” durante la Via Crucis per le vie del paese.
Poche settimane dopo, in occasione della commemorazione del sacerdote sardo, Don Bianchi indirizzò al nipote Angelo Rosso questa lettera:
 “PARROCCHIA PREPOSITURALE-S.S. AMBROGIO E SIMPLICIANO
CARATE BRIANZA - Diocesi di Milano-21 aprile 1985
Egregio e caro Professore,
Mi ritrovi tra coloro che oggi verranno, attorno a Lei, a commemorare il Maestro Don Pietro Allori.
Il primo sentimento che voglio esprimerLe è quello di tanta tristezza per la scomparsa terrena di un Sacerdote, grande di umiltà e di interiore luce e capacita artistica.
E proprio dall’incontro di queste qualità sono nate quelle sue melodie distruggente bellezza che penetrano il cuore e lo mettono in ammirazione e preghiera.
Oggi canterete piangendo e godendo perché domineranno insieme la malinconia di non vederlo, e la certezza della sua vicinanza che quasi prenderà voce nella vostra voce, e le cose che Egli ha scritto vi saranno soavissime come venissero ormai da altre "frontiere" dove la sua fede è diventata visione felice.
Rinnovo l’espressione della mia simpatia e invoco dal Signore grazia e benedizione.
Don Sandro Bianchi"

Perché i suoi canti nelle nostre liturgie e nei momenti di meditazione musicale?
Le composizioni liturgiche di Don Allori hanno aiutato la Schola Cantorum a trovare la giusta dimensione della propria presenza all’interno della liturgia di oggi, un po’ ristretta nei tempi e nelle possibilità di interventi musicali.
Da sempre è stata nostra preoccupazione quella di essere presenti nelle celebrazioni liturgiche non per “decorare” o per “supplire” ad una assemblea a volte un po’ passiva. Il Coro si è fatto di volta in volta guida del canto, sostegno dell’assemblea, esempio del come si canta, soggetto di preghiera con la proposta di canti meditativi in alcuni particolari momenti liturgici.
I canti di Don Pietro si sono rivelati sempre opportuni, giusti nella durata, rispondenti ai tempi liturgici, capaci di interpretare ed esprimere la preghiera di una assemblea liturgica.
Le parole usate dal prof Krumbach (“Il linguaggio alloriano, in particolari composizioni, rivela un ardore di commovente umanità: pagine sorrette da un gusto non intellettualistico e attraversate da mistici significati di preghiera, come si ritrova solo in quella letteratura corale e organistica liturgica in cui la musica cattolica assume una perfetta forma d’arte”) e quelle di Angelo Rosso (“Una musica d’arte per lo più caratterizzata da un ascetismo della scrittura e da spogli ma raffinati mezzi tecnici in cui si recupera ora l’antica vocalità mottettistica, ora il senso più profondo del suono armonico. Trasparenza del tessuto sonoro e raccolta devozione danno vita a pagine di alta spiritualità espressa con modalità tutta moderna”) risultano per noi, interpreti dei canti di Don Allori, perfettamente corrispondenti alla nostra esperienza. Quando cantiamo i mottetti o altre composizioni di Don Pietro sentiamo di esprimere, pur con i nostri limitati mezzi, la fede e di eseguire un’opera d’arte. E la gente che ascolta ci dichiara spesso di essere stata aiutata a pregare.

Una osservazione particolare sulle “Sette parole”
La versione delle “Sette parole di N. S. Gesù Cristo in croce” del 1983 è entrata a far parte da subito, cioè dalla prima esecuzione a Chiaravalle nel 1984, del repertorio della Schola Cantorum.
E’ una di quelle composizioni che non solo si adattano perfettamente all’organico di cui disponi e allo stile del tuo coro, ma prende talmente il cuore dei cantori che non è mai scontata ogni volta che la cantano e non si stancherebbero mai di cantarla. 
Quest’anno, in occasione del 30° della morte di Don Allori, ci siamo cimentati con la prima versione delle Sette parole, quella del 1980. E’ stata una dura prova per i cantori e anche se la nostra esecuzione non è stata perfetta, abbiamo avuto una ennesima conferma: la soddisfazione che proviamo noi cantori quando eseguiamo le composizioni di Don Pietro , soprattutto quelle più impegnative come i Responsori della Settima santa e le Sette parole, e l’emozione che suscitiamo in coloro che ci ascoltano non sono merito nostro, è qualcosa che viene dalla musica stessa, come dice Angelo Rosso: “I significati attribuiti alle composizioni di don Allori sono dentro la musica, non già nelle intenzioni interpretative degli esecutori o nella destinazione liturgica dei singoli brani: vanno ricercati nella radice culturale del suo linguaggio musicale, in quel procedere lento e costante tipico di chi concepisce il tempo e la propria azione quotidiana come preghiera e autentica passione per la vita”.

Primo Viganò, direttore della Schola Cantorum di Carate Brianza (MB)
Iglesias (CA), 5 agosto 2015




martedì 30 giugno 2015

IMMAGINI DEL CONCERTO ANNIVERSARI SACERDOTALI

Ecco alcune foto del Concerto "Lode a Maria" dell'11 giugno 2015
in occasione di anniversari sacerdotali della Comunità pastorale "Spirito Santo"
di Carate Brianza.
Insieme al Coro si sono esibiti i maestri Paolo Mandelli (flauto) e Cristiano Bettini (organo)




mercoledì 27 maggio 2015

Concerto corale strumentale


In occasione degli
ANNIVERSARI SACERDOTALI
E RELIGIOSI
della Comunità pastorale "Spirito Santo"
la Schola Cantorum di Carate Brianza
presenta

LODE A MARIA


Concerto corale-strumentale
con canti ambrosiani e polifonici,
sonate di organo e flauto

Chiesa prepositurale di Carate Brianza
Giovedì 11 giugno 2015 - ore 21

venerdì 20 marzo 2015

Don Pietro Allori

Chi era il compositore a cui la Schola Cantorum di Carate dedica il Concerto di Lunedì 30 marzo.



Profilo del sacerdote musicista di Gonnesa
Pietro Allori (Gonnesa, 1925 – Iglesias, 1985), sacerdote e musicista sardo, è stato maestro di cappella della cattedrale di Iglesias dal 1955 al 1985. Nacque il 18 maggio 1925 a Gonnesa, piccolo centro nella Sardegna sud-occidentale a vocazione mineraria, attualmente in provincia di Carbonia – Iglesias. Ultimo di sei figli di Ranieri Allori, capocantiere in miniera, Pietro Allori studiò nel seminario regionale di Cuglieri. Divenuto sacerdote nel 1951, fu viceparroco a Gonnesa fino al 1954. Trasferitosi in seguito nella vicina Iglesias (ove restò fino alla sua morte, sopravvenuta il 31 marzo 1985), vi divenne nel 1955 maestro di cappella della cattedrale. Nominato canonico nel 1966, don Pietro Allori svolse, accanto alle mansioni di responsabile della musica liturgica della cattedrale di S. Chiara a Iglesias, il compito di vicecancelliere presso la curia di questa stessa diocesi.
Don Allori si era dedicato sin da giovanissimo allo studio della musica, con particolare attenzione per il canto gregoriano, che diverrà l’autentica fonte della sua ispirazione artistica di compositore. Durante gli anni del seminario studiò intensamente il Clavicembalo ben temperato di Johann Sebastian Bach. Pur se dotato di notevolissime qualità e di una grande facilità di lettura, mentre ancora completava gli studi di teologia, Allori sentì il bisogno di approfondire le proprie conoscenze musicali sotto la guida di specialisti. Studiò perciò composizione per corrispondenza con i maestri Alessandro  Esposito e Rodolfo Cicionesi del Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze, e polifonia antica con il maestro Amerigo Bortone del Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano.
Ha composto 27  messe e oltre 800 composizioni vocali: mottetti e responsori destinati al servizio liturgico della cattedrale, principalmente, ma anche brani didattici e ricreativi, e qualche centinaia di brani per organo, pianoforte o chitarra. La sua produzione strumentale nasce all’interno di quella attività didattica che don Allori ha dedicato con molta passione ad allievi di ogni età.
Il catalogo completo dell’opera di don Pietro Allori “Composizioni musicali” (Catalogo) è stato pubblicato dall’I.S.U. dell’Università Cattolica di Milano nel 2006. Tutti i manoscritti originali sono stati donati nel 2007 dalla sorella del sacerdote alla Diocesi di Iglesias, che ne è divenuta depositaria con l’intenzione di consentirne nel tempo la valorizzazione.
Il Coro dell’Università Cattolica, sin dalla fondazione – ottobre 1977 – ha sempre cantato in liturgia e nei concerti-meditazione le composizioni di don Allori nella Basilica di S. Ambrogio e presso la Cappella Sacro Cuore dell’Università Cattolica di Milano, e, lo stesso don Allori, a partire dal 1978, ha creato un vasto  repertorio di canti polifonici pensati e destinati alle liturgie accademiche in S. Ambrogio. Oggi  è l’Archivio musicale dell’Angelo di piazza S. Ambrogio di Milano a curare la pubblicazione a stampa di questo repertorio.


Le composizioni corali liturgiche. Qui il repertorio è vastissimo. I testi musicati da Allori sono tratti soprattutto dalla liturgia: sono brani liturgici desunti dalle parti proprie della Messa (introito, graduale, offertorio) oppure anche dal Breviario latino (antifone, inni, versetti, responsori). Al fondo di questi testi sta sempre la Sacra Scrittura, perché essi sono per lo più libere elaborazioni di passi biblici. In questo senso don Pietro, come musicista di Chiesa, si è sempre posto a servizio della liturgia e del mistero cristiano in essa celebrato. Si sente nella sue composizioni tutta la sua passione e l’assimilazione profonda dei misteri della vita terrena di Cristo (nascita, passione, morte, risurrezione): mentre la celebrazione del Natale ha inevitabilmente aspetti devozionali molto legati alle varie tradizioni popolari, la grande festa di Pasqua, in particolare tutta la liturgia della Settimana Santa, appare rigorosamente celebrata in senso liturgico: con i vari responsori della feria V in Coena Domini e della feria VI in Passione Domini e molte antifone e responsori in Tempore Passioni, et in Triduo Sacro, tra cui O bone Jesu, Stabat Mater, Jesu Christe, Popule meus, Crucem tuam adoramus, O vos omnes, Tenebrae factae sunt, O crux ave, Pater si vis, Tristis est anima mea, In monte Oliveti, O Domine Jesu Christe, Eripe me, Ubi caritas, Unus ex discipulis meis, Caligaverunt oculi mei. Oltre a queste composizioni propriamente liturgiche, si devono ricordare le Ventisette laudi al Crocifisso (1979), Le sette parole di N.S.G.C. in croce del 1980, in polifonia pura a 4 voci, Le sette parole di N.S.G.C. in croce del 1983 a 4 voci per soli e coro.
Questa insistenza sui temi della passione e, più in generale, della passione e risurrezione di Cristo, dice l’assimilazione profonda a livello di preghiera e di contemplazione cui giunse il sacerdote-musicista Pietro Allori. Illuminato dalla parola di Dio, preso dalla narrazione evangelica, don Pietro è tutto centrato nella passione di Cristo, intendendo in essa il gesto supremo di fedeltà da parte di Dio alle sue creature: creature amate da Dio fino a perdere se stesso nel proprio Figlio, costituito principio di risurrezione per tutti coloro che lo accolgono tramite la fede e l’amore, nella propria vita.


Dalla Lettera di Wilhelm Krumbach a don Allori
(Risposta alla dedica del Responsorio “Christus factus est” a 4 voci miste)
Caro don Allori, […]la sua musica si trova a distanza siderale da tutto ciò che oggi passa per “moderno”. E nonostante ciò, è molto vicina alla nostra epoca e agli uomini del nostro tempo; essa ci parla direttamente al cuore, senza mediazioni, come una parte della lode a Dio, e a Cristo, che da duemila anni risuona nelle nostre chiese; essa risplende di atemporalità e di eternità e non deve tener conto delle mode passeggere poiché essa dà l’impressione dell’eterna verità della fede. La sua musica ci parla in una lingua che nella sua classica semplicità penetra direttamente il cuore umano, grazie all’immediatezza conferitale dalla Parola divina; essa non ha bisogno di prolisse spiegazioni: la sua grande ricchezza è visibile e sperimentabile attraverso le sue alte qualità di forma e struttura
(Wilhelm Krumbach, 1984)

La caratteristica firma 


Ecco cosa scrisse Don Sandro Bianchi, prevosto emerito di Carate Brianza, al nipote di Don Pietro, Angelo Rosso, poco dopo la morte del sacerdote di Iglesias in occasione della commemorazione in Università Cattolica:
“PARROCCHIA PREPOSITURALE-S.S. AMBROGIO E SIMPLICIANO CARATE BRIANZA - Diocesi di Milano-21 aprile 1985
Egregio e caro Professore,
Mi ritrovi tra coloro che oggi verranno, attorno a Lei, a commemorare il Maestro Don Pietro Allori.
Il primo sentimento che voglio esprimerLe è quello di tanta tristezza per la scomparsa terrena di un Sacerdote, grande di umiltà e di interiore luce e capacita artistica.
E proprio dall’incontro di queste qualità sono nate quelle sue melodie distruggente bellezza che penetrano il cuore e lo mettono in ammirazione e preghiera.
Oggi canterete piangendo e godendo perché domineranno insieme la malinconia di non vederlo, e la certezza della sua vicinanza che quasi prenderà voce nella vostra voce, e le cose che Egli ha scritto vi saranno soavissime come venissero ormai da altre "frontiere" dove la sua fede è diventata visione felice.
Rinnovo l’espressione della mia simpatia e invoco dal Signore grazia e benedizione.
Don Sandro Bianchi"

lunedì 23 febbraio 2015

INTRODUZIONE ALLA SETTIMANA SANTA


La SCHOLA CANTORUM di CARATE BRIANZA
propone:
LE 7 PAROLE DI CRISTO IN CROCE
(versione 1980)

di Don Pietro Allori nel 30° della morte

Sonate di Quartetto d’archi
Mottetto BWV 118 di J. S. Bach per Coro e strumenti
Stabat Mater di P. Allori


Lunedì 30 marzo 2015 ore 21

Basilica SS. Pietro e Paolo – Agliate di Carate Brianza

lunedì 26 gennaio 2015

PROSSIMI IMPEGNI

Domenica 1 marzo - II di Quaresima
Vesperi e Messa con proprio in canto ambrosiano
ore 17 - Basilica di S. Ambrogio - Milano

Lunedì 30 marzo 
Concerto di introduzione alla Settimana santa
Carate Brianza - ore 21
Nel ricordo del 30° anniversario della morte di
Don Pietro Allori (1925-1985)
verranno eseguite le "Sette parole di Nostro Signore Gesù Cristo in Croce"
(versione 1980)